La famosa pizza italiana, da secoli la miglior bandiera del nostro paese, rischia seriamente di diventare famigerata!
Sotto accusa in particolare non è il piatto nazionale ma il suo contenitore "take-away". L'annuncio l'aveva dato già un anno fa l'Acli Toscana che, dopo aver consultato uno studio condotto dai Laboratori di Ricerche Analitiche (Alimenti ed Ambiente) dell'Università degli Studi di Milano, ha allertato i consumatori sulla presenza di molecole nocive nei cartoni della pizza. Si trattava nello specifico di di-isobutilftalato, una sostanza tossica mischiata alla cellulosa e impiegata anche negli strati superficiali dell'involucro dei cartoni a diretto contatto con gli alimenti.
L'utilizzo di queste sostanze è bandito non solo entro i confini nazionali ma anche dalla normativa europea che con la direttiva 2004/14/CE relativa ai materiali e agli oggetti di pellicola di cellulosa rigenerata destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, infatti, regolamenta la fabbricazione di contenitori di cartone destinati a venire a contatto con gli alimenti. Neanche a dirlo le sostanze sopra elencate che sempre più spesso abbondano sulle nostre tavole sono rigorosamente bandite dalle norme comunitarie.
"Il sospetto - spiegano alla Lega Consumatori Toscana Acli Toscana - è che i cartoni analizzati dai ricercatori di Milano siano stati fabbricati con cellulosa riciclata: una pratica illegale, in quanto la normativa italiana vieta categoricamente l'utilizzo di carta di recupero per i prodotti 'umidi' ed impone ai fabbricanti di utilizzare, almeno nello strato di carta che deve venire a contatto con l'alimento, l'uso di pasta di carta vergine."
In dichiarata violazione della legislazione italiana, molte aziende produttrici di cartoni per la pizza utilizzavano dunque materiale riciclato.
L'idea che un alimento venga avvolto in materiali riciclati nocivi è già sufficiente a far passare l'appetito ma ad aggravare le cose c'è anche l'abitudine di consumare la pizza direttamente nel cartone, previo ulteriore riscaldamento nel forno di casa, dopo aver asportato il coperchio della scatola....ancora più dannoso per la salute!!
"Il rito della pizza a domicilio è un'abitudine orami consueta per moltissime famiglie italiane - prosegue Lega Consumatori Acli Toscana - si calcola infatti che siano circa 1.300.000 le pizze da asporto che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole. Tavole alle quali siedono anche numerosi bambini. Il problema è quindi valutare con urgenza l'entità del fenomeno sul territorio ed il grado di pericolosità del di-isobutilftalato, nonché di altre sostanze che potrebbero essere presenti in modo analogo nei cartoni da asporto delle pizze confezionati con materiale riciclato."
Ad inasprire la pillola sulla pizza nazionale anche i risultati di un'inchiesta condotta dal settimanale 'Il Salvagente' che riporta come in un laboratorio di Pavia, incaricato di svolgere dei controlli sui cartoni destinati al trasporto di pizza, sia stata rilevata la presenza di benzene, flatati, fenoli, naftalene. Tutte sostanze, naturalmente, che dovrebbero essere vietate ma sempre più spesso arrivano di nascosto nelle nostre cucine.
Un attentato in piena regola alle tavole degli italiani, già fortemente provate dalle allarmanti denunce sulla presenza di particelle di metalli pesanti altamente cancerogene, in biscotti, pane e latte. Buon appetito a tutti!
Buon appetito a tutti????? Ma cosa fai, sfotti? Non ti rendi conto che con questo articolo hai provocato crisi di vomito, crisi isteriche, cristi di astinenza... (e mettiamoci anche le crisi post-parto va)!?????
Si potrebbe tornare alle vaschettine di plastica rotonde, infilate una sopra l'altra e messe nel sacchetto di carta.... le pizze si raffredderanno prima, ma almeno le si possono mangiare senza il patema di prendere chissà-quale-cacchio-di-virus-mortale.... Che amarezza...
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Ehm... ehm... ehm...
PRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
(ma devo ancora leggere il post... ma sai com'è? PODIO è PODIO!!!)