martedì 27 ottobre 2009
Le necessaire
Il cane è il miglior amico dell'uomo, la borsetta della donna. E' un'equazione esistente da anni ed anni: cane sta all'uomo come borsetta sta alla donna.
Lei è l'amica, la confidente, il pronto soccorso, la compagna di viaggi; per le donne la borsetta è come per gli uomini andare in vacanza in camper, anche se la maggior parte di loro non ne capisce l'utilizzo.

Oggigiorno le borsette somigliano sempre più a trolley date le dimensioni, ma a noi donne piace farci del male. "Preso una borsa grande, così trovo le cose più in fretta perché sono poche in tanto spazio!". Quante di voi non hanno mai usato queste parole? Già... lo immaginavo! La borsa più è grande e più ti risucchia nella tentazione di riempirla fino all'ignoranza.

Sì inizia sempre dal portafoglio, grande quasi quanto la borsa e pieno di tessere di supermercati e scontrini. Poi si passa alle chiavi e ai telecomandi: automobile, casa, allarme, cancello, basculante. Cellulare, a chi va male due o tre: uno Vodafone per parlare coi familiari, uno Tim per parlare con il marito/compagno/fidanzato/moroso e uno della 3 per parlare con la migliore amica/o. Sigarette per chi fuma o mignon di Braulio per chi beve. Burro di cacao, sensibile e gnucco per l'inverno, alla fragola per l'estate. Trousse con piccoli beni di prima necessità: lip gloss, cipria, specchietto, lima per le unghie, pinzetta, pettinino e set da cucito (che non si usa mai e non si potrà mai usare poiché cosparso di polvere di cipria). Fazzoletti di carta e uno di stoffa (pieni di tutti i pelucchi possibili e immaginabili). Cosi per cosare in quei giorni in cui si hanno le proprie cose e salviettine Chilly verdi -che dopo ogni uso fanno maledire il giorno in cui si sono comprate per avere più punti fragola-. Macchina fotografica, per beccare il tramonto e l'arcobaleno del momento. Occhiali da sole, e a chi va male anche occhiali da vicino, lontano e tutto il necessario per pulire le lenti a contatto, sempre che non si voglia disinfettarle con una sana e classica sputacchiata. Cerotti, collirio, una aspirina scaduta nel '96, tubo di Vivin C, blister di Neo Cibalgina (da cosare in quei giorni lì, dove si cosano le proprie cose) e salviettine disinfettanti.
Insomma, vedete anche voi che sono tutte cose delle quali non si può assolutamente fare a meno, e noi donne lo sappiamo e ci gongoliamo anche se una di queste cose un giorno dovesse risultare utile.

Gli uomini no, loro preferiscono mettere tutto nel portafogli riponendolo poi con anche poca eleganza nella tasca destra del proprio paio di jeans (con una mano, perchè con l'altra si grattano i m...). L'effetto è sempre quello di un McBacon nella custodia di polistirolo, trasformandoli in esseri monochiappa che, anche col fantomatico borsello, non rinunciano al riscaldamento di almeno uno dei due glutei. I borselli degli uomini sembrano sempre sottovuoto, mi piacerebbe tanto sapere cosa c'è dentro... probabilmente il fazzoletto di stoffa, usato e ripiegato in quattro come nuovo, ma con un cuore ricco di storie da raccontare.
Per non parlare di quelli che poi il McBacon lo mettono nella tasca davanti... illusi....

Ma poi arriva il giorno in cui devi andare a un matrimonio, e per una donna non poter usufruire della Roncato di tutti i giorni è una vera e propria frustrazione. E loro, le commesse, ti incretiniscono con straminipochettinemonodito che devi tenere assolutamente chiuse perché anche con l'aria si riempirebbero fino a scoppiare. E per un matrimonio si può anche chiudere un occhio su due o tre cose qui sopra elencate, ma bisognerà pur trovare il modo di portare la patente per garantire un ritorno a casa tranquillo a tutta la famiglia, no? Ma la patente non ci sta, fa niente, c'è lo zio Gino che non beve perché ha problemi di coronarie, ci porterà a casa lui. Il fazzoletto! Come si fa a non portare un fazzoletto? Ai matrimoni si piange, si mangia... no no, il fazzoletto ci vuole. E quello ci sta.

Ma quest'anno c'è un nemico in più della donna: l'igienizzante per le mani Amuchina. Pare che se non lo compri muori. Non fa niente se miliardi di persone si sono scaccolate fino a ieri nei treni, nei tram, nelle metro e nei taxi: oggi c'è l'igienizzante delle mani e tutti i problemi sono risolti, non ci si ammalerà mai più. Sì, sempre che si scampa all'epatite presa con gli anni di caccole infette, ovvio.

E allora, sempre nel famoso matrimonio, ci si trova davanti ad un bivio: portare il fazzoletto e ammalarsi di suina oppure stare sani e smoccolare sulla giacca del marito/compagno/fidanzato/moroso/amico/velodellasposa?


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venerdì 2 ottobre 2009
Un occhio di riguardo
Cari amici, la vostra piccola indianina sta perdendo i colpi, e assieme ai colpi anche qualche diotria. Durante l'ultima visita oculistica mi sono accorta che A) troppo tempo è passato dall'ultima e il linguaggio tecnico si è evoluto, B) se vado avanti così dovrò usare una tastiera in braille.

L'oculista che mi ha scandagliato gli occhi mi ha detto che pur avendo una ruota nuova di zecca, continuo sempre ad usare quella liscia; che è come se avessi una Ferrari senza saperla guidare; che il mio occhio sinistro è una Rolls Royce e quello destro una Cinquecento. Per un attimo mi sono chiesta se per caso mi ero confusa gli appuntamenti e ora mi trovassi dal meccanico a far la revisione mentre la mia auto stava cercando di leggere dei numeri alla parete....

Morale della favola: lenti nuove, ergo occhiali nuovi. E dire che io volevo solo farmi gli occhiali da sole... ho fatto doppietta, e oggi è arrrvata la merce.



Gli occhiali da vista sono molto Mary Star Gelmini, ma le montature super colorate e super strassate non fanno per me, quindi ho puntato su qualcosa di più normale, ma soprattutto che possa durare come, se non di più, dei miei fedelissimi Gucci declassati a occhiali da vicino.
Per il sunglasses non si discute, il classico è d'obbligo!

Così, oggi, inorgogliona dei miei acquisti, i miei occhi nuovi si imbattono in qualcosa di veramente incredibile: il curriculum più minimalista che mi sia capitato mai...





E ora vogl. propr. legg. i vs. comm.!


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