Molti di voi probabilmente non le hanno mai provate o addirittura sentite nominare (sacrilegio!!!), quindi provvedo subito a fornirvi una descizione esauriente (thanks to Wikipedia..... perchè quelli lì, quelli della Wikipedia, le conoscono le tigelle... vergognatevi!!!). ;P
La tigella (in origine crescente o anche nella forma plurale crescentine o crescenti) è un tipo di pane caratteristico dell'appennino modenese. Il nome originario (nell'alto appennino modenese) di questo alimento è "crescente" ma oramai sono diffuse numerosissime varianti, che variano notevolmente di significato da zona a zona (tigella o tigèla modenese o montanara, crescentina o cherscènta modenese o montanara). Il termine crescentina viene comunemente utilizzato nel bolognese per indicare lo gnocco fritto (e di questo prodotto, ragazzi, ne parleremo più avanti perchè si merita un post tutto suo!!). I dischi di terracotta in cui originariamente erano cotte le crescenti erano chiamati tigelle e per questo motivo oggi, specialmente nelle zone di pianura e nel resto d'Italia, ci si riferisce alle crescentine con il sempre più diffuso appellativo metonimico di tigelle.
La cottura tradizionale avveniva impilando la pasta in alternanza con dischi di terracotta precedentemente arroventati nel camino e foglie di castagno. Questi erano rotelle di circa 15 cm di diametro ed un centimetro e mezzo di spessore, formate tradizionalmente con terra di castagneto finemente triturata e modellata in uno stampo di legno con incisioni in bassorilievo (decorazioni geometriche o floreali che poi rimanevano stampate sulla pasta durante la cottura) e poi essiccati e cotti.
Con opportuna maestria la cuoca spostava periodicamente gli elementi della pila per rendere uniforme e verificare l'avanzamento della cottura. Attualmente la cottura è solitamente effettuata in maniera più veloce ponendo i dischi di pasta tra due piastre di materiale refrattario o metallico, in macchine appositamente realizzate per lo scopo, alimentate a gas o elettricità. L'attrezzo più diffuso per l'uso familiare è uno stampo in alluminio che può contenere dalle 4 alle 7 tigelle.
Siccome io non ho "opportuna maestria", ho preferito affidare le mie creature alle candide prudenze di una tigelliera elettrica, esattamente questa:
Le crescentine cotte venivano tradizionalmente consumate tagliandole a metà ed imbottendole con un pesto formato da un trito di lardo di maiale, aglio e rosmarino (noto localmente come cunza di Modena, lo stesso usato per i borlenghi). Oggi vengono normalmente imbottite di affettati e formaggi, primo tra tutti il Parmigiano Reggiano (grattugiato se insieme al pesto).
Si è diffusa anche l'abitudine di utilizzare come farcitura marmellate e creme di cioccolato, cosa però vista malvolentieri dai cultori della tradizione dell'Appennino. (qui la Wiki ha cannato..... conosco grandi cultori della tradizione dell'Appennino, primo il Malli fra tutti, che non disdegnano affatto una bella tigellona gonfia di Nutella!!)
Che dire, ci aspetta una serata impegnativa, ma è uno sporco lavoro che qualcuno dovrà pur fare!! URRA' ALLE TIGELLE!
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Pancia mia fatti capanna !!!!!
p.s.: puoi stare un po' indietro con l'aglio nel pesto di lardo? Sai, Pancia Tonante, stavolta, dorme nel mio stesso letto!!!