Eviterei di dilungarmi in particolari mielosi e decisamente glicemici sulla mia settimana in Corsica con Tortello, per potermi concentrare in una nuova pubblicità progresso alla quale voglio dedicare questo post.
Sapete che solitamente mi prodigo ad elencare le doti culinarie di questo o quell'altro posto scoperto, lo farò anche stavolta, non temete, -ho in serbo due posticini...- ma prima di tutto voglio sincerarmi che nessuno di voi metta mai piede nell'hotel da noi scelto, Les Pavillons du Golfe, e che la Columbus decida saggiamente di defenestrarlo al più presto.
Nulla da dire sulla pulizia delle camere poco più grandi del soggiorno di Polly Pocket, o sullo sfruttamento di correnti d'aria del quale si poteva usufruire gratuitamente -causa mancanza di aria condizionata- previo accordo scritto con una famiglia di calabroni capitanata dal nostro, ormai amico, Jhonny (caduto accidentalmente in battaglia contro la scarpa del nostro vicino di camera). Nulla da dire nemmeno sull'effetto serra che questo... sgabuzzino di cemento... generava, grazie ai 35°C effettivi (che con l'umidità dimentavano 42°C) o sul letto in poliuretano espanso o qualcosa giù di lì che provocava ambigui scricchiolii simil-aerofaghi ad ogni movimento (Tortello mi ha giurato che era il materasso!).
Il motivo per il quale consiglierei vivamente la fuga immediata anche solo dal sito web, è il Sig. Pavillons du Golfe e, in generale, il servizio.
Mezzo corso (o si dice corsicano??) e mezzo brasiliano -leggende metropolitane forse nate dall'appena accennato tributo alla nazione di Juliana di Paperissima Sprint, sulla t-shirt indossata dal primo giorno che l'abbiamo visto fino alla nostra partenza sette giorni dopo-, al Sig. Pavillons credo gli abbiano tagliato le braccia da piccolo. Aveva quel non so che di parsimonioso rispetto al cibo che costringeva i clienti ad una pizzata in compagnia a cena terminata.
Partiamo però dalla colazione: abbiamo scoperto che il motto dell'hotel è UNE SEULE FOIS! (una sola volta). Il pasto principale della giornata (o almeno questo è quello che ci inculcano medici, guru salutisti e la Kellog's) era a buffet, ma in modo retorico. Il passaggio col vassoio era seguito scrupolosamente dagli occhi vigili, ma leggermente asimmetrici, del Sig. Pavillons che, in caso di negligenza, provvedeva alla punizione corporale.
Ogni cliente poteva prendere 1 panino (cm 20 x 4 x 4) oppure i cereali; un croissant (cm. 10 x 2 x 2) oppure una confezione di fette biscottate; una microciotolina di marmellata o pappina di frutta (tasso glicemico 700%, oltre il limite di carie sopportabile) o yogurt naturale; una tazza di qualcosa di caldo o un bicchiere di succo di frutta. Ogni BIS era tassativamente proibito, pena 52 flessioni con una mano sola e con lui seduto sulla schiena. Ho visto amici sputare sangue... è stato terribile...
Un ragazzo, leggermente infastidito dal richiamo giornaliero del Sig. P. poiché incaponitosi col bis di succo d'arancia, ha invitato il Sig. P. stesso a visitare luoghi lontani in tutta fretta ed a cessare la sua attività di sconquassatore di genitali, in modo -immaginerete senz'altro voi- del tutto cortese e tranquillo; il tutto accompagnato da un discreto coro da curva sud da parte di tutti gli altri commensali.
Una famiglia di italiani -bastardissimi-, usufruiva dell'innocenza infantile per procacciare il cibo, mandando avanti un bambino poco più altro del bancone, a ritirare alimenti per tutti. Ma il Sig. P. non si è fatto intimorire, causa cuore di piombo trapiantato durante la seconda guerra mondiale, e non ci ha messo due minuti a cazziare pure il pargolo che, in lacrime, è corso dalla mamma!
E poi arriva lui, il body builder: 200 cm x 150 kg. di puri muscoli. E tutta, dico tutta, la sala s'è messa lì a braccia incrociate a vedere la scena. Mentre l'incredibile Hulk riempiva il vassoio di croissant grandi come il suo dito mignolo (e come tutta la mia mano, per intenderci), panini, caffè, succhi, dolci e bla bla bla, dalla cucina si sente scalpitare e un gran polverone fuori esce dalla porta. Il Sig. P., a testa bassa e in posizione da carica, lo raggiunge e gli si piazza davanti. Poi alza la testa, praticamente a 180°: per poter incrociare gli occhi del cliente il pomo d'adamo del Sig. P. stuzzicava l'ombelico del giunonico ragazzone. Un attimo, uno sguardo, prima occhi contro occhi e poi occhi contro il vassoio. Poi il nulla: il Sig. P. si era nebulizzato e ai piedi di Golia erano rimaste le sue mutande umidicce... cuor di leone...
E tutto questo solo per la colazione, volete sapere della cena? Ne riparliamo alla prossima puntata!
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